Quanti di voi ricordano qTranslate di Quian Qin (AKA chinesehelper)? Di sicuro, chi lo ha utilizzato ‘a scrocco’ per anni per sviluppare siti multi-lingua lo ricorda bene, e si sarà magari anche seccato quando ha scoperto che gli sviluppatori avevano smesso di aggiornarlo. E quanti, invece, conoscono qTranslate-X, il suo successore (vedi foto seguente)? Il successore di qTranslate, preso in carico addirittura da un team di sviluppatori, con tanto di sito ufficiale, qualche anno fa aveva più che raddoppiato il numero di installazioni attive rispetto al suo ‘antenato’. Ma anche per questo plugin sembra ormai arrivato il momento di uscire di scena.
Nella pagina dedicata alle donazioni, gli sviluppatori di qTranslate-X spiegavano chiaramente che, senza un supporto volontario anche minimo da parte degli utenti, il progetto rischiava di essere abbandonato (difatti è stato chiuso nel 2021), e riportava, in tal senso, una frase significativa tratta dalla licenza GPL che accomuna tutti i software ‘free’, una frase che mi piace riportare e mettere in evidenza a mia volta.
“When we speak of free software, we are referring to freedom, not price.”
GNU General Public Licence
La frase di cui sopra, per chi non cooscesse l’inglese, si può tradurre con “Quando parliamo di software libero, ci riferiamo alla libertà, non al prezzo“. L’aggettivo ‘free‘, infatti, nella lingua d’Albione significa sia ‘libero’ sia ‘gratuito’, ma per la maggior parte degli utenti è la seconda accezione ad essere presa in considerazione, in modo da potersi liberare la coscienza da qualsiasi ‘rimorso’ nello sfruttare il lavoro altrui (ovvero mesi o addirittura anni di esperienza, competenze e sviluppo) senza tirare fuori un centesimo.
Oggi molti ex-utenti dei due plugin appena menzionati utilizzano un plugin più recente, Polylang, che infatti conta già centinaia di migliaia di installazioni attive e centinaia di recensioni a cinque stelle. Gli sviluppatori di Polylang non si sono limitati alle donazioni, e direi giustamente visti i risultati ottenuti dai loro colleghi, e hanno invece proposto una versione pro con licenza a pagamento del loro plugin, cercando di presentarlo addirittura come alternativa al plugin commerciale WPML.
La domanda sorge spontanea, a questo punto: quanti utenti acquisteranno la licenza a pagamento, e quanto durerà la versione freemium di Polylang, prima di essere soppiantata dall’ennesimo, nuovo plugin ‘free’ che gli utenti correranno a ‘saccheggiare’ e procederanno sistematicamente a utilizzare ‘a scrocco’, incuranti delle conseguenze che un tale comportamento può avere sull’esistenza stessa del plugin?
Ai posteri, anzi a voi, l’ardua sentenza.
Non hai capito niente (o meglio, probabilmente fai finta di non aver capito) della filosofia del Software Libero. Gli utilizzatori di codice GPL sarebbero scrocconi e saccheggiatori?
Ma tu lo sai che il tuo sito è dedicato a uno strumento (WordPress) che è sotto licenza libera? Che fai, saccheggi anche tu?
Ciao “mrjive” (già il fatto che non ti indentifichi la dice lunga), ho deciso di lasciare per un po’ visibile il tuo commento giusto perché altri lo possano vedere sui social, nei gruppi WP dove sono iscritto, e commentare a loro volta. Ti incollo solo i primi tre commenti pubblicati due secondi dopo che ho chiesto se il tuo meritava una risposta o addirittura di essere approvato:
PS: non ha nemmeno capito lo spirito del tuo articolo.”
Ah dici che non ho capito io… allora spiegami in italiano cosa significa “sfruttare il lavoro altrui (ovvero mesi o addirittura anni di esperienza, competenze e sviluppo) senza tirare fuori un centesimo.” o “gli utenti correranno a ‘saccheggiare’ e procederanno sistematicamente a utilizzare ‘a scrocco’” perché magari parliamo due lingue diverse.
Non ha alcun senso parlare di sfruttamento di lavoro altrui quando questo lavoro è stato volontariamente messo a disposizione dall’autore. È come se io ti offrissi un caffè e poi ti dicessi che bevi a scrocco. Oltretutto chi rilascia il proprio lavoro con licenza libera generalmente ottiene dalla comunità codice, traduzioni, feedback. Insomma quello che dici non ha senso da tutti i punti di vista.
Per completezza di informazione per i tuoi supposti utenti, io lavoro con il Software Libero da decenni, compro le versioni a pagamento se la licenza e libera, faccio donazioni, ho contribuito a diversi progetti liberi con un po’ di codice e diverse traduzioni, quindi scrocconi potete senz’altro dirlo a qualcun altro.
Vedo che continui a interpretare nel modo sbagliato quanto ho scritto nell’articolo, probabilmente per qualche tuo motivo personale che non pretendo di conoscere. O meglio, dimentichi che gli sviluppatori invitano in modo chiaro e inequivocabile gli utenti a contribuire con donazioni qualora il plugin risultasse davvero utile, e aggiungerei che, soprattutto se questi utenti lo stanno usando per progetti per i quali magari vengono pagati, mandare allo sviluppatore qualche dollaro non è poi un grosso sacrificio. Sono pronto a scommettere che, nel caso menzionato nell’articolo, una larga fetta dei siti sviluppati erano di questo tipo, e chi li ha sviluppati usando il plugin si è guardato bene dall’inviare anche un minimo contributo allo sviluppatore.
Posso affermare quanto ho appena detto perché, giusto per farti un esempio, quando la comunità italiana di WordPress per anni ha lavorato volontariamente alle traduzioni (non c’era ancora il sistema collaborativo attuale) per offrire agli utenti italiani una versione tradotta di ogni nuova release del CMS, nonostante l’invito alle donazioni ha raccolto in dieci anni 15 euro (non è un refuso).
Se tu fai donazioni e acquisti licenze, non vedo perché ti sei sentito toccato nel vivo dalle mie frasi, che erano invece rivolte al genere di utenti di cui sopra.
Concludo, giusto per rispondere alla tua prima domanda riguardo al mio lavoro (“Ma tu lo sai che il tuo sito è dedicato a uno strumento (WordPress) che è sotto licenza libera? Che fai, saccheggi anche tu?”) che nel mondo vengono pubblicate decine di manuali dedicate ai CMS e ad altro software libero, ma chi li acquista li paga perché sono frutto di settimane, anzi mesi di lavoro, e hanno dei costi di stampa e distribuzione. Se poi ritieni che il lavoro altrui non valga nulla, solo perché serve a creare quella documentazione che magari manca, soprattutto in italiano, per software e piattaforme “free” (che non significa “gratuito”, come si legge nella licenza, ma “libero”) sentiti libero di crederlo e sii felice, io non mi permetto di sindacare sulle tue convinzioni, ci mancherebbe altro.
Buona vita.